La Fondazione Bulgari raccoglie quasi 300 automobili prodotte negli USA tra il 1928 ed il 1960.
Un’innata passione per l’automobile, ben presto declinata per la produzione americana della prima metà del secolo scorso «in quanto il fenomeno motoristico e soprattutto automobilistico è stato il protagonista del Novecento, fino a diventare icona della cosiddetta “happy car” ossia l’auto felice» è all’origine della collezione di Nicola Bulgari, nipote dell’omonimo marchio di lusso.
«Nel 1961 ho acquistato la prima auto storica made in USA, una Buick del 1937» ricorda Bulgari «e da quel momento ho capito che quelle automobili anni dovevano essere recuperate e preservate». E’ nata così la collezione Bulgari, diventata due anni fa una fondazione di cui è direttore Patrick Ulmann, che oggi raccoglie quasi 300 vetture nelle due sedi italiane di Roma (in zona Monte Sacro) ed a Sarteano, in Toscana, ed in quella americana di Allentown, in Pennsylvania.
«La filosofia di base che contraddistingue la collezione di Nicola Bulgari è che tutti i veicoli sono in perfetta efficienza e chiedono solo di essere guidati» spiega Paolo Ciminiello, curatore della collezione. «Le automobili sono progettate, costruite e vendute per essere guidate, per muoversi, per fare sentire il suono del loro motore. Molti collezionisti spesso investono cifre importanti e dimenticano poi in un angolo le loro vetture, talvolta con le gomme a terra. E il sogno finisce lì. Al contrario di quanto avviene da noi dove tutte le vetture sono perfettamente funzionanti».
E poichè l’80% delle auto sono state costruite prima del 1960 (la più vecchia è del 1928!) le cure e la manutenzione sono ovviamente costanti e scrupolose. Un team completo si prende cura ogni giorno della collezione anche con la collaborazione di professionisti esterni come i fratelli Keith e Chris Flickinger, fondatori di Precision Motor Car … e la passione di Nicola Bulgari per le automobili americane diventa un’opportunità di lavoro per decine persone. L’80% delle auto sono state costruite prima del 1960. La più vecchia è del 1928.
«L’America è nata con l’automobile e l’automobile ha condizionato pesantemente e positivamente il suo sviluppo» prosegue Nicola Bulgari. «Pensiamo alle grandi avenue, alle lunghe distanze, ai centri periferici e suburbani, alle case unifamiliari, ai centri commerciali, ai drive-in… Ebbene in ognuna di queste realtà simbolo del progresso americano l’automobile è stata ed è la vera protagonista, la stella polare. Nel 1929, anno del crollo di Wall Street, furono prodotte negli USA 5 milioni di automobili e solo 500.000 im tutto il resto del mondo ne produceva, complessivamente. Soprattutto negli Anni Venti, Trenta e Quaranta gli Stati Uniti hanno rappresentato l’avanguardia motoristica del Novecento».
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